27.5.07

5° Incontro dell'ordito

Oggi, 27 maggio 2007 abbiamo parlato di tessitura a strascico africana, della quale chi scrive ha dato una breve dimostrazione di orditura in giardino. (la tessitura africana si svolge en plen air, preferibilmente) La pioggia scrosciante ha interrotto il lavoro, ma la conversazione è comunque proseguita nella stanza che Luciano Ghersi ha allestito a studio, nel Centro Sociale Fi Sud, alla presenza dei telai.
Giulia Ciuoli ha brevemente riferito quanto detto nella recente assemblea della ARMESMA, associazione che si occupa di artigiani e di rapporti con le istituzioni per quel che concerne l'organizzazione di mercati. Ci diceva che la riunione è stata interessante e che appena ne riceverà i verbali scriverà un suo rapporto anche per noi (che pubblicheremo su tessereAmano)
Graziella Guidotti ha notato come l'orditura dell'Africa Occidentale abbia delle similitudini con quella sarda, della quale ha un filmato. Anche della tessitura africana Ghersi e Basile hanno un filmato - che fu presentato a Leumann alcuni anni fa - quindi è stato stabilito che ci si veda a settembre, presso lo studio di Graziella Guidotti, per vedere questi due filmati e per dar vista a nuove iniziative.
La data dell'incontro sarà annunciata su questo blog.

7.5.07

prossimo incontro dell'ordito

Domenica 27 maggio, ore 10,30 orditura africana con Luciano Ghersi, nel giardino del
Centro Popolare Autogestito Firenze Sud - Via Villamagna 27/a, 50100 Firenze
bus: 3,8,23,71,80 (fermata p.zza Gualfredotto)
Uscita autostrada Firenze Sud, svincolo v.le Europa.

18.12.06

4° incontro dell'ordito

Quindici presenze, al quarto incontro dell'ordito. Dopo molti mesi ci siamo questa volta recati in Casentino, presso il laboratorio gestito da Angela Giordano all'interno dello storico Lanificio di Stia.
Dieci rocchetti caricati di mohair multicolore erano alloggiati nella cantra e andavano a formare le portate necessarie ad ordire una serie di sciarpe.
In breve Angela ha calcolato il numero di giri da fare sul subbio e la quantità di filato per rocchetto, ha spiegato con quale criterio aveva inserito i fili nella scatola di tensione ed ha iniziato ad avvolgere quest'ultimi nelle sezioni del subbio. Non essendo molti i fili e dato che si trattava di un materiale non scivoloso, Angela ha stabilito di non formare 'la croce' ovvero non ha separato i fili pari da quelli dispari aiutandosi con un pettine separatore e inserendo nelle aperture i due capi di una cordicella, come solitamente avviene. Ha assicurato i ciuffi di fili con del nastro adesivo, facilmente applicabile e altrettanto facilmente rimovibile in un secondo momento, quando si infileranno i fili nei licci.
In breve tutti i fili sono stati avvolti sul subbio sezionale e si è iniziato l'infilaggio dei licci e poi la passatura del pettine. In molti si sono avvicendati al lavoro, tessitori esperti e principianti assoluti, e così, dopo un paio d'ore, Angela ha potuto inserire la spola per tessere l'avvio della pezza.
Nel frattempo i presenti visitavano il museo e ascoltavano Monica e Foresto, i due ultimi tessitori in attività al Lanificio, raccontare del lavoro che svolgevano in quelle stanze, anni addietro.
Raggiunti da Francesca Cammilli, ricercatrice del CNR che segue progetti nell'area casentinese, siamo confluiti in piazza, per una sosta conviviale in trattoria, e poi ci siamo recati in un'ampia sala del vicino Museo di Porciano, che ci era stata gentilmente concessa per la riunione dalla proprietaria, Marta Corsi.
Li abbiamo parlato fino all'imbrunire dei molti progetti che riguardano la nostra associazione.
L'interesse ed il piacere di incontrarsi è stato appurato, dal momento che qualcuno arrivava dopo ore di viaggio in auto o in treno: ora questo nostro incontrarci deve trovare una continuità maggiore e qualcuno che si voglia far carico di alcune semplici mansioni organizzative: raccogliere proposte, proporre iniziative, inviare le comunicazioni, scrivere relazioni, telefonare...
Chi si propone come referente per la Toscana?

21.5.06

Da Irma Barberi

2.5.06

Sabato dell'ordito - 2° incontro

Sovana, 1° aprile ore 11, nella bottega di Giulia Zavattoni si radunano dieci tessitrici provenienti da varie località toscane per assistere ad una dimostrazione di orditura diretta, su subbio sezionale. Il telaio presenta, posteriormente, una piccola cantra, adatta ad accogliere fino a ventiquattro rocchetti. Diciotto di essi sono già montati, con del filato in misto seta cashemere color sabbia, partecipiamo all'avvolgimento degli ultimi due, e mentre la scrivente filma, le atre incalzano di domande Giulia, la quale, oltre ad avvolgere il filato, spiega i vari calcoli necessari a predisporre l'orditura: dopo aver deciso quale sarà la riduzione dei fili al cm e l'altezza della pezza con rapida moltiplicazione calcola il numero di fili complessivi. Le sezioni del subbio misurano 2 cm, e per questo valore vanno divisi i fili, per sapere quanti se ne devono mettere in ogni portata. Stabilito quanto sarebbe dovuto esser lungo l'ordito, attraverso i dovuti calcoli (Giulia stava preparando 7 sciarpe da 220 cm ciascuna a cui aggiungeva l'imborso dei fili durante la tessitura e un mezzo metro per l'avvio e la conclusione) ha diviso quel valore per la misura della circonferenza del subbio, in modo da calcolarne il numero di giri. Ultimo conteggio: quanti metri di filato montare su ogni rocchetto, e calcolatrice alla mano abbiamo stabilito che sarebbero stati circa 600 mt, la lunghezza di ogni singola portata, moltiplicata per il numero di portate.
Così, inseriti gli ultimi due rocchetti sulla cantra e dopo averci mostrato le caratteristiche del telaio e del subbio, Giulia inizia l'orditura vera e propria. Ad una barra lega con un nodo piatto il primo ciuffetto e inizia ad inserire il numero stabilito di giri in una delle sezioni centrali del subbio. La guidana - Graziella Guidotti ci ha spiegato che tradizionalmente così viene chiamato il robusto filo che assicura la 'croce' - viene inserita nel penultimo giro, poi il mazzetto di fili viene fermato con un mezzo nodo e tagliato.
Commenti ed interruzioni a non finire accompagnano tutto il lavoro, mentre, di tanto in tanto, entrano in bottega turisti curiosi e clienti: sono